“Al di là dei risultati di mercato di questo primo mese del 2022, in continuità con il trend fortemente negativo del secondo semestre 2021, mi preme evidenziare che non sono ulteriormente procrastinabili la definizione e l’avvio di un piano di politica industriale dedicato alla transizione della filiera automotive, un processo che, se non adeguatamente gestito, potrebbe costare al nostro Paese oltre 70.000 posti di lavoro persi».
Lo dice Paolo Scudieri, presidente dell’Anfia, l’Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica. «Diventa ogni giorno più concreto – osserva – il rischio che, in assenza di strumenti che accompagnino la riconversione, molte aziende si trovino costrette a rimodulare investimenti e piani produttivi sul nostro territorio, a danno della sopravvivenza di un settore trainante dell’economia italiana e, quindi, della competitività dell’intero sistema Paese. Alle misure di politica industriale occorre, inoltre, affiancare interventi strutturali per sostenere la domanda di autovetture elettrificate e veicoli commerciali a basso impatto ambientale, nella logica di trainare la produzione e instradare le scelte d’acquisto di consumatori e imprese nella direzione degli obiettivi di decarbonizzazione della mobilità in via di definizione a livello europeo, come, peraltro, stanno facendo tutti i maggiori Paesi Ue, lasciandoci in ultima posizione in questo sfidante percorso».